Cane Pastore

Nella conduzione e nella gestione degli animali al pascolo la presenza del cane pastore è ed è sempre stata fondamentale.

Varrone parla del canis pastoralis, per indicare il cane che seguiva le greggi.

Naturalmente in ogni zona nel corso del tempo sono stati selezionati cani specifici e adatti all’ambiente, ma in Italia quelli che ancora oggi sono indicati come cani-pastore per antonomasia sono il Maremmano-abruzzese e il Bergamasco.

In relazione alle condizioni ambientali e ai compiti a essi affidati dai pastori, questi cani hanno fenotipo e caratteristiche diverse.

Il Maremmano-abruzzese è alto e robusto, coperto con uno spesso manto che lo difende dalle intemperie; è calmo, elegante nei movimenti. È essenzialmente un cane da guardia, dovendo difendere il gregge dai lupi, molto presenti nell’Appennino meridionale e dall’orso, da sempre attivo sulle montagne abruzzesi.

Quando è in servizio nel gregge, ha un collare di ferro o di cuoio con punte metalliche per difendere il collo dall’attacco dei lupi.

Nel passato ogni gregge disponeva mediamente di 20 cani. In funzione delle esigenza della transumanza, i cani venivano addestrati a compiti differenziati: vi erano i cani conduttori, che si preoccupavano di guidare il gregge e di gestire il ritmo di marcia, e i cani fiancheggiatori, che dovevano controllare i fianchi e soprattutto la retroguardia, spingendo e stimolando le pecore in ritardo.

Il Bergamasco ha l’aspetto di un barbone a taglia medio-alta. Ha un mantello di colore grigio-nero o meglio nerastro più o meno chiazzato. Contrariamente al Maremmano-abruzzese, è piuttosto un cane da guida e, per questo, non è aggressivo, ma ha un istinto spiccato che lo spinge a guidare le bestie lungo un determinato tragitto, impedendo al gregge o ai singoli animali di deviare o di andare verso luoghi pericolosi.

Tratto da: Il glossario della Transumanza – Roberto Rubino – ARSIA 2008